Il rischio che l'anestesista non sappia che alcuni pazienti fanno uso di anticoagulanti è reale, in considerazione del fatto che spesso si tratta di soggetti anziani, preoccupati più dell'intervento cui si dovranno sottoporre, che di ricordare in modo completo la terapia a cui sono sottoposti; questo potrebbe avere conseguenze catastrofiche, non sono in conseguenza di un blocco centrale, di un blocco regionale, di un'anestesia generale.
Ritengo indispensabile che l'anestesista coinvolga nella problematica dell'uso degli "anticoagulanti" tutti i sanitari che ruotano attorno al paziente nel preoperatorio: medico di base, chirurgo, cardiologo, infermieri della degenza chirurgica, e di anestesia. Tutti questi protagonisti dovranno eseguire un'anamnesi farmacologica dettagliata, ponendo sempre una domanda specifica sull'uso degli anticoagulanti, ed in caso affermativo riferire all'anestesista.
E' importante che tutti i sanitari coinvolti abbiano un elenco aggiornato delle specialità di LMWH e degli antiaggreganti.
Concordare con loro le modalità di eventuali prescrizione di farmaci "anticoagulanti" perioperatori e i protocolli per la profilassi trombo embolica.
All'arrivo in sala operatoria, prima dell'anestesia, consultare la cartella clinica sulla terapia in atto e interrogare il paziente in merito.
Se qualche paziente sfugge a questa serie di controlli, rivedere le procedure, e rafforzare l'anello debole della catena.
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